Una carrellata di ricordi lasciati da voi, un vero e proprio diario da sfogliare per emozionarsi e rivivere la magia di Amatrice com’era prima del tragico sisma. Tante vite che si intrecciano sullo sfondo di questa meravigliosa città, un solo filo conduttore: la speranza di rivederla com’era una volta, l’augurio della ricostruzione.
Matteo
Scrivo queste poche righe con profonda commozione perché ho amato ed amerò sempre l’amenità e la genuinità di Amatrice.
Era il 17 agosto del 2009. Dal paesello delle vacanze nel Cicolano, ancora inquieto per le scosse dell’Aquila, i miei familiari ed io partimmo per un pranzo all’Hotel Roma, dove avremmo dovuto assaggiare l’amatriciana bianca, con quel guanciale croccante che a detta degli amici era davvero “la fine del mondo. E non è la gricia, eh!”
Dopo aver parcheggiato nei pressi di Sant’Agostino, per raggiungere il ristorante ci incamminammo lungo Corso Umberto dove un signore, alzatosi dal tavolino di un bar, sorprendentemente ci venne incontro. Si avvicinò a noi esclamando: “Coppito, Coppito, Coppito!”. Capimmo subito che quel nome era un vero e proprio grido di dolore, tenuto a bada da un amico dell’uomo che, come per giustificarlo, ci invitò ad usare comprensione. Conoscevo bene Coppito, non mi servivano spiegazioni. Lì avevo abitato un anno. Pochi mesi prima, a metà aprile, ero stato a visitarlo di nuovo. Lo avevo trovato ferito ma per nulla sconfitto dal sisma, a dispetto del cuore antico dell’Aquila che invece aveva ceduto ai pesanti colpi del mostro, che nel corso di quell’estate si faceva ancora sentire. Eccome.
Mia madre rispose a quel delicato grido d’aiuto rassicurando quel poveretto: “Va tutto bene, siamo stati a Coppito e va tutto bene!”.
Quell’uomo, che oggi ricordo come un’anima in pena scampata al maledetto sisma del 2009, forse era ad Amatrice per trovare riparo, nonostante l’incubo fosse ancora tremendamente vigile e presente nella sua mente.
Quell’uomo, quell’anima gentile fuggita dalla terra agitata d’Abruzzo, è stato il mio primo pensiero alla notizia del sisma del 24 agosto. Quando in una stanza d’albergo di Cortina, con gli occhi bagnati dal pianto e il cuore colmo d’angoscia, osservavo impotente alla tv il risultato della furia della terra, una bellissima terra.
Tocca vince, insieme!
Paola
Ad Amatrice ho trascorso una settimana davvero speciale e….molto magica! Mi sono iscritta con molta convinzione alla settimana di musica antica organizzata da Claudio Caponi e alcuni noti cori romani. Soggiorno all’hotel Roma, prove mattina e sera, cene deliziose nei presidi slow food con ogni ben di Dio…e, poi, il meraviglioso panorama sulla valle, visibile da ogni dove che, da solo, rasserenava l’anima. Tempo sereno, caldo ma asciutto e vivibile. E, poi, l’occasione inaspettata. Per lo spettacolo finale si doveva rappresentare il Faerie Queen di Purcell, un’opera del seicento inglese che riprende, ampliandoli, storie e temi del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Tanta musica barocca, quindi, canto corale e canto da solista ma….chi fa la parte della protagonista, la Regina delle Fate, Titania? Nemmeno un attimo di esitzione “Io!” Due giorni a improvvisare scene mute, sotto l’abile guida della regista, Carlotta. Titania, regina delle fate, non vuole dare a Oberon, il suo consorte, il suo paggetto preferito. Allora Oberon la fa cadere vittima di un sortilegio, che la farà innamorare di ….un asino! Poi, naturalmente, tutti vissero felici e contenti. E chi più di me, regina immortale di un immortale regno fatato, per una sera??????
Simona
Amatrice l’ho conosciuta grazie a Remo Berardi quando è venuto a giocare con l’Acquasanta calcio. Già dopo i primi pranzi al “Tritone” gestito da Alessio Pantarotto e appunto allo “scoiattolo” gestito dalla famiglia Berardi, è stato amore a prima vista. Siamo tornati spesso a pranzo da loro perché oltre a mangiare benissimo ,abbiamo conosciuto della gente fantastica […] Memorabile il tifo da ultras alla partita di pallavolo, bellissimo il pomeriggio del sabato di carnevale passato con l’amatrice calcio ,dopo la partita contro noi di Acquasanta, al “non solo bar”! L’ultima volta che sono stata a Amatrice è stato il 12/6/16 allo “scoiattolo” e ci siamo divertiti tantissimo, quel posto è fantastico, è come stare a casa sono sicura che presto ci tornerò e incontrerò tutte quelle persone fantastiche che rendono fantastica Amatrice. Un saluto ad Andrea, proteggici da lassù. Forza Amatrice
Marco
“…il corso…su e giù pur non facendo nulla di particolare…un cornetto da Patrizia…una pizzetta da Rita…o un gelato in piazza nelle sere d agosto!…e poi che un salto da Baccari non ce lo fai…? Quando arrivi ti fermi al tigre e le facce sono quelle di sempre…guanciale un po’ di vino …il giornale da Riflessi o Punto e virgola e la carne…da Bonadio…un saluto a Sant’Agostino e si sale a Pinaco…mannaggia o dimenticato di prendere le caramelle da Dolcemania e il pellet da Capriccioli…vabbè più tardi riscendiamo…!TUTTO QUESTO NON PUÒ RIMANERE SOLO UN RICORDO…Amatrice vive!
Daniela
Amatrice la ricordo sempre con molto affetto anche perché abito in sabina a Toffia e quindi mi sento molto ma molto legata a voi. Tanti anni fa ci venivo spesso perché mia suocera era stata operata al grifoni. Ricordo con affetto un bar sulla piazzetta dove due vecchietti cucinavano l’Amatriciana proprio da Dio e la sacra dove le viuzze si riempivano di musiche e ci calore umano. Ho pianto tanto quando c’è stata la devastazione totale e non c’è giorno che non vi sono vicina. ammiro Sergio e spesso gli scrivo, ma soprattutto ammiro la vostra determinazione e il vostro amore per questa terra che ha fatto del male a tanti di voi, ma che vi ha unito e vi unirà sempre di più. Ora vi chiedo con tutto il mio cuore di non demordere e di non permettere a nessuno di cancella re la vostra identità di Amatriciani. Vi voglio bene tanto tanto….davvero.
Alberto
Nn potrò mai dimenticare le vacanze che facevo ogni anno con la mia famiglia
Le passeggiate per il corso con gli amici,
Giocare a pallone nella via di casa mia
Via Piersilvestro Leopardi indimenticabile!
Le passeggiate in bicicletta fino allo scoiattolo!
L’orgoglio di portare un cognome amatriciano
Amo questa terra anche se con gli anni ci sono venuto meno spesso di quando ero bambino e adolescente
Amo la mia chiesa preferita , l’Icona Passatora, dove con mio padre e mio fratello andavo ogni volta che andavo a trovare i parenti a Moletano
tornerai più bella di prima
AMATRICE MIA!
Simonetta
Dei circa trentacinque anni come insegnate di lettere nella scuola media, le esperienze che non scorderò mai e che mi sono rimaste impresse nella memoria, soprattutto visiva, sono state i tre mesi di supplenza ad Accumoli nell’inverno del ’70, e l’anno ’76-’77, in cui ebbi la sede ad Amatrice, sede temuta da ogni insegnate reatino per la lontananza dalla città, per la strada tortuosa (la nuova era in fase di realizzazione) e per il clima, che in inverno rendeva gli spostamenti difficoltosi.
Ogni mattina, piena di disappunto, partivo da casa alle 6,45, caricando i colleghi sulla mia 500 e partendo verso la montagna.
Con i miei 29 anni ero la più anziana del gruppo ma ero già di ruolo, con sede definitiva; gli altri colleghi erano più giovani di età e di servizio e forse per questo il gruppo di viaggiatori si trasformava presto in un’allegra comitiva, scherzosa e piena di entusiasmo.
Risalivamo la valle del Velino ed ogni luogo raggiunto ci scandiva il cammino: Castel Sant’Angelo, Antrodoco, Posta, Sigillo, Cittareale, Giaccabianca (con breve sosta per il caffè), il lago Scandarello e finalmente il bivio, poi la salita. Superato l’ospedale Grifoni attraversavamo il corso. Rivedo il teatro, una casa dopo l’altra, i negozi, la farmacia, la torre dell’orologio che ci accoglieva come una padrona di casa e poi di corsa al “Don Minozzi”, dove ci attendeva il preside, sempre timorosi di essere in ritardo ma spesso elogiati per essere comunque arrivati, nonostante le strade piene di neve.
All’inizio delle lezioni gli alunni ci accoglievano con sorrisi affettuosi; erano composti e disciplinati, seguivano con interesse facendo domande intelligenti.
Tra loro ricordo gli occhi severi, indagatori di chi ha la mente sempre occupata a riflettere di un allievo di poche parole; gli occhi di Sergio.
Intorno tanti occhi vivaci, birichini, che era bello incrociare perché ognuno aveva qualcosa da comunicare.
Ricordo che a fine carriera, facendo un bilancio delle classi avute nei vari luoghi dove venni trasferita, ho sempre rimpianto gli alunni di Accumoli ed Amatrice, quei ragazzi di montagna, forse un po’ rudi ma sinceri, schietti e di animo nobile. Li ho amati da subito.
Le stagioni passavano e dalle finestre, un paesaggio incantevole cambiava colore, come le foglie di quei boschi che facevano da sfondo tra la luce di quei monti, una luce cristallina, splendente, quasi accecante quando Pizzo di Svevo si ergeva con il suo innevato candore contro il cielo azzurro.
Non volevo la sede di Amatrice, era troppo lontana; troppo faticoso percorrere 140 chilometri ogni giorno. Si rientrava a casa nel primo pomeriggio, a volte la sera, lontana tutto il giorno dal mio piccolo di 3 anni, ogni giorno per un anno intero.
Eppure sembrava che quella fatica non la avvertissimo; raggiungevamo un paese meraviglioso per l’ambiente e le persone. Ricorderò sempre quell’anno come un anno mitico, l’anno che ha dato senso ad un’intera, lunga carriera di insegnamento.
Il 24 agosto, alla notizia che Amatrice non c’era più ho avvertito lo stesso sentimento di chi perde un amico caro. Vedere il corso sbriciolato, percorso innumerevoli volte in un verso e nell’altro, provoca un dolore al cuore che non passa.
Ho voluto essere vicino a questa gente in due occasioni: ai funerali delle vittime e alla celebrazione della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri, tra i coristi del coro diocesano, al seguito del Vescovo Domenico.
Volevo rivedere, salutare il mio vecchio alunno Sergio, oggi sindaco del paese:
“Sono stata la tua professoressa di storia e geografia alla scuola media”.
Un abbraccio ed un sorriso: “Eri bravo in storia e geografia!” – “Sei bravo in tutto!”.
Sono orgogliosa di aver contribuito, anche se in minima parte, alla formazione di persone di questo calibro e Amatrice da allora è sempre parte di me.
Giorgio
Forza Sergio! Abbiamo giocato contro molte partite nei vari tornei delle Frazioni di Amatrice, io sono di San Tommaso e giocavo nella squadra di Villa San Lorenzo e Flaviano, in quella squadra insieme a me giocavano due miei carissimi amici/fratelli Fabio Mazzoni; Maurizio Sterlini ; che il 24 Agosto sono saliti in cielo.
Forza Sergio ora giochiamo nelle stessa squadra, in un campionato che sarà molto lungo, ma sono sicuro che lo vinceremo, il secondo posto non ci basta. Sei il nostro capitano scendiamo in campo e riprendiamoci la nostra amata Amatrice.
Paolo
Una giornata meravigliosa in vetta alla montagna più alta del Lazio il Monte Gorzano (Amatrice). L’Alba su Amatrice della prime ore del mattino con una breve colazione al centro e poi su in montagna. Dopo qualche ora di salita raggiungo la vetta ed il panorama mozzafiato si estende ai miei occhi con Amatrice sotto di me e le immense valli a farle da contorno. Giornata di autunno colori forti e struggenti. Il freddo pungente del mattino ed il sole caldo del giorno e poi di nuovo il tramonto disegnato di colori caldi tra orizzonti infiniti. Poi di nuovo al centro di Amatrice una birra fresca un aperitivo, salumi del posto e formaggio buonissimo. Che dire!!! Meraviglia!!
Fausto
Ho visto le immagini dell’Icona Passatora con i danni subiti. Con l’occasione ricordo la meravigliosa signora Luciana che mi ha fatto da guida per l’Icona e per S.Martino. Ho visitato anche il piccolo museo della civiltà contadina che aveva messo su in un locale della sua casa. Spero che anche questo sia recuperabile come significativa testimonianza della storia di Amatrice.
Orietta
Anche se da quasi sei anni è seduto su una sedia a rotelle e ha memoria pari a zero di questi anni, mio padre ricorda benissimo quando veniva per correre l’ Amatrice – Configno. Di tanto in tanto capita che indossi la maglietta azzurra dei 25 anni della corsa. Per tanti anni io e mamma lo abbiamo accompagnato e credo che è grazie a lui che mi sono innamorata di Amatrice. Crescendo quella strada ho iniziato a farla in moto, in macchina. Si veniva per l’amatriciana de Lo Scoiattolo o del ristorante Roma, per pescare o semplicemente per fare una passeggiata lungo il corso, prendere un caffè e tornare a casa. Quando un luogo ce l’hai dentro devi tornarci, perché non lo so ma di certo perché poi stai meglio. Quando ti manca un amico vorresti tanto poterlo abbracciare, per me Amatrice è questo. Anche ora. Sono tornata ad abbracciarla giorni fa. Un amico ha sempre bisogno di un abbraccio, soprattutto nella difficoltà. Aspetto con tutto il cuore di tornare lungo il corso, ma nel frattempo tornerò ancora a trovarti!!!!
Francesca
Se avessi saputo che non t’avrei più rivista, quel pomeriggio del 22 agosto avrei camminato più lentamente sul Corso. Mi sarei presa il tempo di dirti addio. Quel giorno, mi sarei affacciata dal cancello del chiostro di San Francesco (sempre chiuso quando passavo io) per rubare ancora un attimo di quel suo essere sospeso nel tempo: magari avrei cercato gli orari di apertura per entrarci dentro e sedermi a seguire le linee perfette degli archi. Le linee perfette del sole sulle pareti. Se avessi saputo che non ci saresti più stata, sarei entrata nella vecchia casa giù al mercato, l’avrei salutata come si deve, l’avrei respirata come si deve…per poi riuscire…portando via soltanto il suo essere sospesa nel tempo in cui si stava tutti li, insieme, a ridere delle cose piccole e a sentire dalla finestra Natalina che vendeva il pesce. Se avessi saputo che quell’orologio un giorno si sarebbe fermato, lo avrei ascoltato meglio, non lo avrei criticato perché d’estate mi svegliava presto al mattino.
Se qualcuno mi avesse avvisato che non avrei più potuto ammirare la neve bianca ricoprirti come zucchero, mi sarei fermata ad osservarla, ad osservarti nella tua più essenziale bellezza.
E invece, sono stata distratta: ti ho dato per scontata. Ho dato per scontato che tu fossi eterna: ho dato per scontato che il luogo della mia infanzia, delle mie estati, dei miei natali, delle nevicate più belle, delle poesie di mio nonno, della mia famiglia e dei momenti più felici sarebbe stato sempre lì ad aspettare di riempirmi il cuore di gioia. Invece una mattina mi sono svegliata e il sogno era finito. Interrotto. Sgretolato. Se lo avessi saputo, lo avrei sognato… meglio
Paolo
Ad Amatrice ho imparato a guardare e conoscere la terra, i prodotti tirati su con fatica; ho ricevuto uno dei doni che più mi sono cari, un bastone di cerro per camminare sui sentieri fatto per me dall’amico Toto; ho goduto dello spirito di amicizia, sostegno e comunità di persone che tanto mi hanno insegnato. ho conosciuto un uomo, Sergio Pirozzi, con le p… d’acciaio, cui tutti noi siamo grati per quanto ha fatto prima e dopo il sisma. Ce la faremo!
Gabriella
Amatrice è stata la mia infanzia ,la mia adolescenza i miei primi batticuori. Con la nonna stavano tre mesi d’estate ,ci divertivamo a correre sui prati , a fare le gite a pizzo di Sevo partendo alle 4 di mattina per poi mangiare le braciole di pecora sulla brace…e mille altre cose…Cara Amatrice devi rivivere più bella di prima… per noi tutti che ti hanno amato e ti amano ancora!!!
Lenina
Ho conosciuto molto bene Amatrice, mia figlia ha frequentato 4 anni di scuola, a me piaceva molto ci venivo volentieri a volte anche a passeggiare, quindi Amatrice deve rinascere più bella di prima. È un augurio col tutto il cuore.
Angela
Ho visitato Amatrice nel 2015 durante la sagra sono stata benissimo. Mi ha lasciato un bellissimo ricordo Vogliamo tornare ancora e lo faremo al più presto perché sono sicura che tutto si sistemerà. Forza Amatrice!
Paola
Amatrice era come tornare a casa la mia infanzia la mia adolescenza…le passeggiate sul corso e il gelato alla liquirizia più buono che mai…
Anna Maria
Io mi ricordo con molto piacere ma con un po’ di nostalgia la festa della Madonna della filetta giù al fiume si aspettava che arrivava la processione da Amatrice con la reliquia della Madonna e tutte le ragazze vestite di bianco si proseguiva cantando canzoni della Madonna si arrivava al santuario si ascoltava la messa è poi ci portavamo da mangiare e tutti al prato a fare il pranzo che bei ricordi!
Paola
Avevo trovato lavoro ad amatrice come fornaio e mi sono trasferito con la mia famiglia . Mi sono innamorato di questo paese li quel giorno ho perso Tutto . Ad amatrice voglio tornare a vivere e lavorare.
Francy
Noi siamo quelli tra tanti che venivano per la sagra della Amatriciana e anche al matrimonio di due cari amici, per questo visitando Amatrice chiese, borghi, ci siamo innamorati di quel paese. La nostra amica e sua figlia hanno perso tutto, le chiese il borgo sono cumuli di macerie. Ma Amatrice vive nel grande cuore della sua gente e del suo sindaco e certamente tornerà a splendere. Pensiamo a voi con amore
Titti
Tre giorni con il camper circa 10 anni fa per un festival internazionale dove mia figlia fece amicizia con bimbe dell’est, e poi una visita ogni estate da L’Aquila e la solita “lotteria” di beneficenza. Accomunati dal destino del terremoto.
Rossella
Amatrice è stata meta ogni estate dei miei percorsi cicloamatoriali, partendo dal lago di Campotosto, giro lungo il bellissimo e vivacissimo corso, un caffè, scorta di acqua alla fontanella vicino al giardino e via, ritorno al lago! C’era anche un bel mercato, il sabato, ho comprato delle scarpe da trekking che sto indossando questi giorni con la neve! Mentre le infilavo ho pensato ad Amatrice, ho rivisto il bel mercatino, i tanti turisti che affollavano Amatrice il mese di agosto, ho sentito i profumi di quel luogo che tanto mi piaceva. Auguro con tutto il cuore che presto questo vivace paesino possa risorgere più bello di prima!
Trilly
Sono di Accumoli e come tutti sapete tra i paesi c’è stata molta rivalità dai tempi dei tempi…Amatrice mi ha fatto vedere la luce nell’ospedale Francesco Grifoni quarantasei anni fa…ha curato me la mia famiglia in quell’ospedale con l’amore che solo una grande famiglia può dare…Poi lo svago che avevo scoperto in questo paese e il senso di comunità che era forte e mi ci sentivo…lo dico…a casa…poi con il Coro di Amatrice dove cantavo.. e spero di ritornare presto a cantare… dove ci esibivamo nelle più belle chiese di questo borgo facendo sempre il pieno di emozioni…ho scoperto nuove amicizie e conosciuto tante persone che oggi non ci sono più…morte ingiustamente sotto la furia di un nemico invisibile . Ho riscoperto una persona importante che si chiama semplicemente Sergio…non sempre ho condiviso le sue scelte (forse quasi mai)…ma la cosa bella che si parlava di questo e i sorrisi e le punzecchiate non mancavano da parte di entrambi…ed ogni volta sotto quei portici o dalla finestra comunale al mio passaggio sentivo una voce dall’alto che mi chiamava: “Trillyyyyyy!”….era Lui. Ecco la mia memoria mi sta portando indietro a pochi mesi fa…dove avevo trovato la mia dimensione.. nuovi amici e la grande voglia di rilanciare un paese di montagna…da me un po’ invidiato perché sognavo lo stesso per mio piccolo lembo di terra.
Lorenza
Sono di Arquata …anche se vivo vicino Roma…anch’io conosco bene Amatrice e ci sono stata quest’anno il 1 agosto con la mia famiglia. Abbiamo fatto una bella passeggiata e poi ci siamo rifocillati presso il ristorante Matrù…chi l’avrebbe detto che poi si sarebbe scatenata la tragedia…dove purtroppo ho perso due mie care congiunte…che tristezza!
Angela
“ Io non ho radici in queste terre, ma le frequento da 40 anni, mio suocero era di Cittareale anzi di Collicelle dove avevamo una casa dove siamo sempre venuti d’estate d inverno con la neve in qualsiasi stagione… io da subito mi sono innamorata di questi luoghi sia x la natura bellissima con i monti della Laga dove ho fatto parecchie passeggiate sia il borgo di Amatrice che ho fatto conoscere anche agli amici…quella brutta notte del 24 agosto io ero su con la mia famiglia…fuori casa senza notizie, ma purtroppo il passaparola è stato tragico…era ancora buio e i ragazzi e non di Cittareale sono partiti subito, i telefoni non prendevano e la terra continuava a tremare, quando verso le 2 del pomeriggio mio figlio con alcuni amici sono tornati bianchi di polvere nei loro occhi ho visto tutto e la sera tornata a Roma quando ho visto quello che era rimasto di Amatrice ho pianto e ho cominciato a chiedermi che fine avevano fatto le persone che in tutti questi anni avevo conosciuto frequentando Amatrice. Amatrice sicuramente risorgerai, hai avuto dimostrazioni d’affetto da tutto il mondo e spero che non vada perso il patrimonio artistico di inestimabile valore anche affettivo
Filomena
Io sono originaria di Poggio Vitellino ma Amatrice è il periodo della scuola li ho lavorato al Castagneto e ho conosciuto mio marito, conoscevo tutti i negozianti sia nuovi che vecchi ora un pezzo di cuore è rimasto sotto quelle macerie ma Amatrice e frazioni risorgeranno con un spirito nuovo
Angelo
Sono di Fonte del Campo ma è come se fossi di Amatrice…una cittadina dove ho passato tutte le mie vacanze estive e non solo dalla mia infanzia fino ad oggi…dove ho trascorso e diviso dei momenti calcistici unici ed indimenticabili con tantissimi amici…dove ho vissuto e lavorato x più di 4 anni…dove ho rischiato di morire, ma dove ho lasciato anche un pezzo del mio cuore sotto quelle macerie…spero un giorno di rivederla viva come lo è sempre stata…amalamatriceamala.